WILL (What I Love Learning) – 2025.04

Qualcuno ha giustamente osservato che non ho ancora pubblicato l’articolo WILL edizione aprile 2025. Questo non vuol dire che non abbia consumato materiale in quel mese, infatti eccolo qui di seguito, come al solito diviso nelle varie sezioni – taglio parecchio sulla sezione video altrimenti mi ci vorrebbe un giorno intero solo per riassumere quello.

LIBRI

Racconti scritti da donne nude, Stefano Rapone, Racconti/Comico, 2024

Seguo questo noto comico / stand-up comedian dai suoi esordi e penso di non aver perso nessuna sua battuta nè intervista/apparizione. Vero che alla lunga può stancare, come un po’ avviene ascoltando tanti altri comici, ma il suo libro è comunque “ben equilibrato”: si nota una voglia di sperimentare sotto-generi diversi, intervallati da simpatiche “gag a puntate”, come le sue richieste di partecipazione a concorsi letterari famosi e meno famosi, oltre a intermezzi che hanno a che fare con la madonna, figura che compare più volte nelle storie. La religione in generale compare più di una volta, non è una sorpresa essendo uno dei temi ricorrenti della stand-up (simpatica la “presentazione” di Rapone proprio sugli argomenti tipici, durante uno spettacolo). Libro senza troppe pretese ma non per questo meno godibile di altre opere dello stesso genere. Consigliato per momenti di pausa, ad esempio da portare nel proprio zaino quando si è in giro.

Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza, Carlo Rovelli, Raccolta di articoli, 2018

Raccolta di articoli di giornale e non, scritti dall’autore nel corso di diversi anni. Questo, a differenza di altre opere dell’autore, non tratta di divulgazione di argomenti di fisica, ma di “varie ed eventuali” sulla società, sulla politica, sulle diverse popolazioni ed altri temi affrontati come probabilmente li affronterebbe un bambino neppure troppo sveglio; emblematica in tal senso la “letterina a Gesù bambino”, roba melensa e lontana dalla realtà, che può andar bene giusto per i fan dei programmi televisivi di Fabio Fazio o per post lacrime-strappa (cit.) su Facebook. I ricordi di gioventù del kompagno Rovelli e i suoi sogni sul regime comunista sembrano usciti fuori dalla sceneggiatura di un film di Nanni Moretti e Paolo Virzì per delle parti adatte a Silvio Orlando svegliato nel cuore della notte (riferimento: Max Tortora che imita Orlando svegliato di notte da Moretti per l’idea di un film). Capisco che il virus dell'”umanismo bolognese” mieta tante vittime, ma con questo oggetto di carta (che faccio fatica a definire libro) “non avevo capito che era questo il livello”, veramente penato per finirlo, è stato proprio un allenamento all’orrido. Assolutamente sconsigliato, se non siete masochisti oppure se vi serve qualcosa di cui parlare per spararvi delle pose in un centro sociale con qualche zecca strafatta di sostanze psicotrope.

Hagakure (葉隠聞書), Yamamoto Tsunetomo, Raccolta di aforismi, 1709-1716

Piccolo immenso capolavoro. Letteralmente traducibile come “nascosto dalle foglie”, è fortunatamente giunto all’epoca moderna dopo un attento lavoro di trascrizione dagli insegnamenti del grande militare e filosofo, è stato anche tradotto in italiano. Ancora una volta, grandissime perle nello stile giapponese essenziale, poche parole senza fronzoli per esprimere concetti applicabili anche alla vita dei giorni nostri, seppure ovviamente con alcuni accorgimenti dovuti alla diversa cultura (per dirne una: il consiglio di inchinarsi in presenza del proprio interlocutore, ora e nel mondo occidentale probabilmente useremmo una stretta di mano). Sono pochissime le pagine in cui non ho sottolineato nulla, è davvero un condensato di saggezza, lo equiparerei ai pensieri di Marco Aurelio, ma in versione orientale. Benché inizialmente rivolto ai Samurai, consiglio quest’opera a chiunque abbia voglia di imparare e migliorare come persona, nonché a chiunque sia interessato ad approfondire il modo di pensare orientale, anche se non interessati strettamente alla “via del guerriero” (bushidō). Unica raccomandazione: leggerlo con una mente molto aperta, soprattutto nei passaggi in cui si fa riferimento all’atteggiamento che si dovrebbe avere nei riguardi della propria morte, non dimentichiamo che questo sistema di valori (che comprende anche il concetto dell’estremo sacrificio come atto sublime ed onorevole), per molti decisamente “estremo”, è quello che ha dato vita (o meglio, morte) ai kamikaze. Al di fuori da questo avvertimento, ripeto: stra-consigliato.

CORSI

Thinking about care, University of Colorado Boulder

Secondo corso della specializzazione che avevo iniziato lo scorso mese (in WILL (What I Love Learning) – 2025.03 parlo del primo corso della serie), parla come intuibile del concetto di cura. Viene presentato lo stato attuale, che comprende la distribuzione “impari” dell’accesso alla cura da parte di alcune parti della popolazione mondiale, riportando anche noti esempi del passato, per poi parlare del settore della cura professionale da parte di professionisti e anche degli aiuti umanitari. Mi permetto di dissentare sulla deriva che il corso prende di tanto in tanto, nel perfetto Zeitgeist corrente del piagnisteo quando si parla di donne che lavorano nel campo della cura, fino al paradosso di stare a frignare per le donne che facevano le infermiere in tempo di guerra (incredibile quanto ci si dimentichi che le primarie vittime dei conflitti armati siano i cittadini maggiorenni di sesso maschile, altro che “le primarie vittime della guerra sono donne, perché perdono i loro mariti, figli, padri”, come delirò Hillary Clinton). Tolto questo, il corso può essere utile per chi vuole avere una panoramica sul tema della cura.

The challenges of modern caregiving, University of Colorado Boulder

Terzo e ultimo corso della specializzazione, qui parla di razionalizzazione risorse, globalizzazione e specializzazione. Tra i vari importanti temi nel settore, quello della “ri-umanizzazione”, in un futuro ormai non troppo lontano in cui il contatto umano diretto sta per diventare sempre più un lusso (si parla della visione del lavoro nella società da parte di Durkheim, Marx e Weber, ma ancora una volta questa università perde parecchio in imparzialità, preferisco non commentare). Come molti medici e assicuratori sanitari sanno bene, esistono anche rischi legati alla burocrazia, che tende ad alienare ulteriormente in un settore, quello della cura, che dovrebbe essere forse il più umano ed empatico di tutti.

Autisme – Diagnostic, University of Geneve

Un altro dei corsi (in lingua francese, senza traduzioni) sull’autismo curati dall’università di Ginevra. Si parte dal contesto storico e dalla progressiva differenziazione tramite importanti studi ed osservazioni che hanno permesso di distinguere questa condizione da altre all’epoca più note, diffuse ed evidenti: dalla prima descrizione delle caratteristiche comuni (come gesti ripetitivi, ma soprattutto comunicazioni e comportamenti interpersonali poco tipici) al loro affinamento ed inserimento nel noto DSM (attualmente alla versione 5). Dopo aver accennato all’epidemiologia, si passa subito alla descrizione in dettaglio dei primi segnali e sintomi che è possibile cogliere già in tenera età (anche se prima dei 18 mesi è estremamente difficile diagnosticare, salvo casi particolarmente gravi), ponendo attenzione al dominio sociale (linguaggio, reciprocità, indizi non-verbali, difficoltà nel gioco con gli altri), comportamenti ripetitivi, aspetti sensoriali. Vengono descritti possibili sintomi in base all’età (prescolare, scolare, adulta), dove comunque una diagnosi in età più avanzata riesce ad essere anche “semplice” in retrospettiva, ricordando il proprio modo di vivere e sentire le cose. Trattandosi di uno “spettro” e non di una condizione puntuale, esistono comunque differenze tra gli individui con questa condizione, una certa eterogeneità di sintomi. Il corso prosegue con identificazione dei fattori di rischi, osservazione clinica ed anamnesi, comorbidità psichiatriche e utili suggerimenti per i genitori.

ChatGPT Meal Planning – Effortlessly Plan and Cook with AI, Vanderbilt University

Ho seguito questo corso “solo per il meme”, tanto si tratta davvero di materiale da fruirsi in poche ore, pratica inclusa. Preferisco non commentare su questa moda dei “corsi di prompt engineering”, ero solo curioso di seguirne uno, che ha confermato perfettamente la mia opinione in merito.

Social Psychology of Attraction and Relationships, American Psychological Association

Si parla di attrazione in senso ampio, non soltanto in senso romantico. Dopo la doverosa spiegazione dei termini da parte dell’APA, si parte con le meta-analisi (tra cui quella di Cacioppo, di cui consiglio assolutamente la lettura del libro “Loneliness”), per capire perché siamo attratti da altri e cosa si verifica a livello corporeo durante episodi di supporto sociale. Viene tratta la formazione di impressioni, citando studi che dovrebbero essere ben noti a qualunque studente dignitoso di psicologia, citando anche l’euristica che ci porta a categorizzare qualcuno secondo i “5 grandi tratti” di personalità (v. anche “OCEAN”: Openness, Conscientiousness, Extroversion, Agreeableness, and Neuroticism). Sono trattati i fattori che aumentano generalmente la “piacevolezza” (come prossimità, somiglianza, attrazione fisica, reciprocità) per poi andare nello specifico a trattare di amore e della teoria triangolare (“Il triangolo no”, canterebbe Renato Zero, non c’entra nulla: si parla di un modello che colloca passione, intimità e impegno nella spiegazione dei diversi tipi di relazione). Il corso si conclude con la dissoluzione, o meglio: con le fasi che portano dalla soddisfazione di una relazione alla sua fine.

FILM E SERIE

Non segno qui quelli che ho rivisto, tra cui “In viaggio con papà”, “L’arte di arrangiarsi”, “La bella di Roma”, “I nuovi mostri”, “Ferie d’agosto”, “Un uomo d’acqua dolce”. Comunque consigliati, anche se abbastanza diversi l’uno dall’altro. Le “novità” (per me) sono state:

The banker, George Nolfi, drammatico/biografico, USA, 2020

Office Space, Mike Judge, commedia, USA, 1999

Fantastic Mr. Fox, Wes Anderson, animazione, USA/UK, 2009

Il gigante di ferro, Brad Bird, animazione, USA, 1999

Sono un fenomeno paranormale, Sergio Corbucci, commedia, Italia, 1985

L’allenatore nel pallone

L’eredità dello zio buonanima, Alfonso Brescia, commedia, Italia, 1974

I Diavoli Volanti, Stanlio & Ollio, Comedy, USA, 1939

VIDEO (Youtube e vari)

Mi prendo un paio di giorni per pensare a quali inserire, continuo a vederne sempre decisamente troppi

MUSICA

Annett Louisan, German pop/chanson, Germania, 2004-.

Solitamente si associa musicalmente la lingua tedesca a generi prevalentemente duri, come il rock e il metal: il brano forse più noto in tale lingua, se si esclude il periodo Dance/Techno che ha visto artisti come Falco e Nina, è “Du Hast” dei Rammstein (genere Neue Deutsche Härte). Non è decisamente questo il caso di Annett Louisan (pseudonimo di Annett Päge), che potremmo definire come “quello che accade se una cantante di chanson nasce nella Germania dell’Est”. Voce incantevole che riesce a rendere particolarmente orecchiabile anche una lingua ritenuta da molti come poco musicale – e lei lo dimostra anche con questa breve cover proprio di un brano dei Rammstein.

M2M, Pop, Norvegia, 1996–2002 – 2024–.

Il duo norvegese composto da Marit e Marion, “riunitesi” musicalmente dopo 22 anni. Il che è davvero tanto, considerato che avevano iniziato quando di anni di età ne avevano rispettivamente 12 e 11. Niente di sconvolgente, nè tecnicamente degno di nota, ma semplicemente canzoni orecchiabili col sound dell’epoca e con una voce che a tratti ricorda vagamente la loro connazionale Lene Marlin.

Buona lettura, visione ed ascolto; a presto per il WILL di maggio!

Immagine realizzata da me tramite sistemi di intelligenza artificiale generativa

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