Diversi miei amici ed ex colleghi, una volta appresa la notizia della mia decisione di congedarmi dalla mia carriera da ufficiale per andare all’estero, mi hanno posto la stessa domanda: “Pensi convenga anche a me trasferirmi?“.
Conosco diverse persone che spendono la loro intera vita nello stesso posto in cui sono nati, alcuni perché amano la propria terra e la propria gente, altri perché solo per inerzia e per quella che io chiamo “sindrome del bagno tiepido”: sei nella tua vasca da bagno e, col passare del tempo, l’acqua (un tempo bella calda) si raffreda. Arrivi ad un punto in cui non ti piace più stare lì e ci sono potenzialmente due possibilità: rabboccare con altra acqua calda (trovare nuovi stimoli, nuove esperienze che ci piacciono) o prendere il coraggio di alzarsi, soffrire per un attimo la sensazione del freddo sulla pelle bagnata, indossare un accappatoio e dirigersi verso un posto caldo (cambiare ambiente).
Quando faccio questi discorsi, non mi sto riferendo solo a gente avanti con gli anni che ormai si sta annoiando e pensa di aver raggiunto il secondo punto nella vita di ogni essere umano (ci sono tre date per ciascuno di noi: data di nascita, di morte e di sepoltura… e solo in pochi casi le ultime due coincidono, guardatevi intorno e scoprirete diversi zombie che non sanno di essere morti dentro da parecchio tempo, lentamente morti come direbbe Martha Medeiros). Lo stesso dubbio di lasciare la propria nazione albergava anche nella mente di miei giovani collaboratori.
Un tempo, andare all’estero affrontando l’ignoto era un’esperienza che ad un ventenne di ora può sembrare “di secoli fa” (consiglio l’ascolto dell’esperienza condivisa da Mr Reset).
Però persino con tutte le possibilità che abbiamo oggi per raccogliere informazioni su posti lontani e spostarci liberamente (nota: mi sono trasferito nel pieno del periodo pandemico), un sacco di giovani non riescono ad immaginare una vita al di fuori dei propri confini nazionali. Voglio dire: alcuni nemmeno provano qualcosa di diverso nella propria vita, ma quando pensi che la tua dieta non sia salutare, non ti piace il cibo che stai mangiando o anche solo per sperimentare qualcosa di nuovo (esotico o tradizionale), perché non ti dai l’opportunità di provare?
Solitamente, agiamo mossi da due possibili tipologie di leve: a meno che non siate masochisti (nessun pregiudizio in merito) e non amiate il dolore, converrete con me che siamo attratti da ciò che ci piace (guidati dai nostri desideri) e, contemporaneamente, cerchiamo di fuggire da ciò che non ci piace. Da qui, la semplice risposta metodologica ai dubbi sul partire o meno: buttar giù su carta (o dispositivi elettronici) cosa piace e cosa no, prima di porsi altre domande..
Gli indici di “Qualità della vita” (e controversie)
Dato che ognuno ha una diversa combinazione di gusti, non si può semplicemente andare da qualcuno a chiedere “qual è la migliore nazione al mondo?”, esattamente come non ci fidiamo delle classifiche musicali comprando l’ultimo CD di Sfera Ebbasta se ci piacciono Beethoven e gli Iron Maiden. Se milioni di persone ascoltano Gigi D’Alessio, ma tu preferisci gli Squallor, gli Area o il complessino locale di tuo nonno, nessuno ti obbliga a seguire la massa!
Secondo Numbeo, la nazione al primo posto nel 2021 è la Svizzera. Se però preferisci lunghe passeggiate sul lungomare ogni mattina e non ami temperature sotto lo zero? In aggiunta, quello che a molti sfugge (come evidenziato anche da Roberto Mercadini) è che alcune nazioni sono così estese ed eterogenee che non ha nemmeno senso dire “andrò in Canada”, come se vivere a Toronto o Banff sia la stessa cosa (per esempi italiani: penso ci sia qualche differenza tra vivere al centro di Milano o in un paesino in Molise).
Quindi, la semplice soluzione logica (tralasciando le parole del momento prese dalle varie tecniche di pensiero critico e gestione) è una spartana quanto pratica tabella. Non importa se con penna stilografica su un taccuino del secolo scorso o una matrice su fogli di calcolo (come detto prima: ognuno ha i suoi gusti), l’importante è farla.
Identifica cosa ti piace (e cosa non ti piace)
γνῶθι σεαυτόν (traduco per chi non abita nel tempio di Apollo: Conosci te stesso). A questo punto della tua vita, a meno di non aver spento sei candeline sull’ultima torta di compleanno, si dovrebbe avere quantomeno un’idea di cosa piace e cosa no; altrimenti, mi sa che sia proprio il caso di prendere un respiro dalle proprie attività frenetiche e riflettere. Di seguito, comunque, giusto qualche idea per iniziare:
- sei l’anima della festa, ricercando ogni possibile bagno di folla dalla sagra paesana al Burning Man e al Kumbh Mela o preferisci il silenzio surreale di una foresta finlandese?
- adori il trekking in alta quota o preferisci rilassarti sulla spiaggia (non necessariamente su un tratto degli 8.000 Km di costa italiana)?
- vorresti giocare a palle di neve coi pinguini o abbronzarti nella Valle della Morte?
- preferisci dormitre tranquillamente lasciando la porta aperta come in un villaggio islandese o preferisci provare il brivido di essere rapito a notte fonda da qualche pirato somalo?
- sei assetato di danari o ti bastano un tetto sulla testa ed un paio di pasti frugali al giorno?
- accetteresti un qualsivoglia lavoro per campare o vuoi necessariamente svolgere un certo tipo di mansione?
Se già non sai rispondere a queste semplici domande, magari prenditi del tempo per camminare e meditare, per poi porti queste domande con consapevolezza.
Dai un peso
Poniamo il caso che per te mandar giù un panino o trascorrere due ore in un raffinato ristorante stellato non fa alcuna differenza, ma invece ci tieni molto all’inquinamento atmosferico: capisci che non tutti gli elementi individuati in precedenza avranno un impatto sulla tua vita e sul tuo benessere allo stesso modo. Quindi, accanto a ogni elemento individuato, scrivi un “peso”; diciamo, ad esempio, un numero da 1 (assolutamente non importante) a 10 (essenziale).
Identifica alcuni posti che ti piacciono e costruisci la matrice!
Hai le tue caratteristiche da valutare, l’importanza personale (peso) per ciascuna di loro, una lista di posti candidati, quindi ora hai tutti gli ingredienti per la tabella. La ricetta è facile: metti ogni luogo in una colonna diversa e poi scrivi un numero da 1 (“non mi piace come quell’attributo sia presente in quel paese”) a 10 (“adorerò quella caratteristica in quel luogo!”). È importante formulare le caratteristiche in modo positivo/affermativo per evitare confusione (ad esempio, invece di “inquinamento”, scrivi “qualità dell’aria”, quindi saprai che 10 per la qualità dell’aria è meglio di 1)
Alla fine, fai questo semplice calcolo: somma di (valore della caratteristica basato sul paese moltiplicato per il suo peso). Ecco un esempio:
Nel caso non fosse chiaro, questo è come vien fuori 39 per il primo luogo (Bowser’s Kingdom): 2×10 + 1×1 + 1×6 + 1×6 + 1×6 = 39. Dove 2×10 indica che ad esempio il clima è un parametro per me importante e che, per i miei gusti personali, il clima in quel posto è pessimo (2 in una scala da 1 a 10 dove 10 è il clima dei miei sogni e 1 è l’inferno). Tutti i valori sono peronali: gli indici di qualità della vita si basano su “gusti medi” da parte della popolazione globale, ma ad esempio io posso amare un clima piovoso e quindi dare un punteggio molto più alto alla Scozia rispetto all’entroterra libico.
Come osservabile nell’esempio sopra, Cagliostro è il luogo vincitore, con 209 punti, seguito da Tomainia.
Più è lunga la lista e più sono accurati i valori, meglio questa tabella potrà assistervi nella decisione finale. Come posso stimare meglio i valori?
- Esplora il mondo (quanto/quando possibile). Da curioso esploratore, non da turista recluso in un resort isolato dal contesto! Cerca di scoprire anche i veri posti nascosti (in sicurezza), conosci la gente, interagisci, cerca di capire come pensano, come vivono;
- Leggi informazioni da diverse fonti di qualità;
- Chiedi alle persone (di fiducia e che viaggiano con occhi e cervello acceso) che possono aver trascorso lì del tempo (ricordando che possono avere gusti molto diversi dai nostri).
Oggi sei qui per restare o dovresti trasferirti? Dove vuoi vivere? Come direbbero gli anglofoni: “Sky is the limit” (per ora terra, salvo sviluppi futuri). Ricorda: non siamo come gli alberi, non siamo condannati a rimanere per sempre nel luogo in cui nasciamo..