Fine anno, tempo di bilanci

Il miglior momento dell’anno per riflettere sul tempo che passa e su quello che verrà è probabilmente inizio settembre, che potrebbe coincidere con la fine di una vacanza, ma soprattutto coincide con l’inizio di un ciclo scolastico/accademico o comunque lavorativo (generalmente, per molti lavori, coincide col ricominciare le attività dopo un momento di pausa estiva).
Dato che però quest’anno ho intenzionalmente saltato quel momento di riflessione e pianificazione, ora mi sembra il momento opportuno.
Lo scorso anno, ho chiesto consiglio ad un amico un po’ più grande di me, su come liberarmi dell’infinita lista di nuovi argomenti da imparare, in qualunque formato; la risposta è stata, in breve, di dedicare quest’anno a far decantare la conoscenza e smaltire ciò che avevo iniziato senza cominciare nulla di nuovo. Come purtroppo prevedevo, ho fallito miseramente: non solo non ho chiuso tutto ciò che avevo cominciato, ma ho iniziato un sacco d’altra roba. Ha ragione un mio amico che mi conosce più di me stesso: soffro di bulimia di informazioni. Sicuramente, è un buon punto di partenza su cui lavorare il prossimo anno. Soprattutto, quest’anno (come anche l’anno precedente), mi son limitato a tracciare il mio tempo in base alle diverse categorie (riposo, attività fisica, lavoro, meditazione, cibo, musica, lettura, ecc.) e visualizzarlo su grafici, ma son stato molto molto carente dal punto di vista della pianificazione. Bello provare a vagare senza una direzione precisa e senza fissare tappe su un percorso, ma meglio pianificare percorsi e tempo se si vuole raggiungere una qualsiasi destinazione dopo aver vagato. Anche perché il tempo passa, ad un certo punto in montagna si fa buio ed è meglio avere sotto controllo il tempo che resta per tornare o per prepararsi ad accamparsi; altrimenti, come suoleva ripetere un mio (incredibilmente severo) insegnante: “la cera si consuma e la processione non cammina”.

Abitudini e tempo speso

Senza addentrarmi troppo da un punto di vista quantitativo e qualitativo:

  • Libri: quest’anno ho iniziato e terminato la lettura di 44 libri, in grandissima parte saggi (o, per dirla in maniera anglosassone, “non fiction”). Come numero, sono un po’ deluso, considerato che avevo previsto di leggerne uno a settimana (quindi 52), ma – come ho scritto qui – il pavimento di qualcuno è il tetto di un altro, quindi posso un po’ consolarmi pensando alla media di libri che vengono letti da una persona in un anno. E sempre comunque meglio dell’anno precedente (35 libri). Metto a tacere la mia “mente giudicante” (come la chiama Harris in “The happiness trap”, basandosi sulla tradizione buddhista), mi dico che va bene così ed il nuovo anno ci riprovo, fissandomi come numero però 64. E soprattutto, voglio prendermi del tempo per organizzare meglio “riassunto” ed appunti/note alla fine di ogni lettura. Approfitto per ringraziare Mr RIP per aver consigliato i libri della collana “The Great Mental Models”, “Range”, “The Subtle Art of Not Giving a F*ck” e “Your erroneous zone” (che presenta un’indecente dose di fuffa motivazionale ed idiozie pericolose come il fatto che uno sceglie di prendersi cancro e depressione, ma fornisce comunque spunti per riflessioni, se uno lo legge col cervello critico acceso… anche i libri “fuori dalla mia bolla” possono essere utili). Ringrazio anche Alessandro de Concini per aver consigliato “Memory” di Baddeley e “In the know”.
  • Corsi: sfruttando l’accesso illimitato a Coursera (gentilmente pagato dal mio datore di lavoro), anche quest’anno ho completato una discreta quantità di corsi (9 “specializzazioni” e un certo numero di corsi singoli erogati da aziende ed università, in totale circa 50, oltre ad una decina su Udemy e altri su qualche altra piattaforma), ma ho applicato molto poco quanto appreso; come per i libri: dal prossimo anno, oltre a produrre appunti e vari schemi, voglio prendermi una pausa per riassunti/considerazioni dopo ogni corso (o specializzazione).
  • Alimentazione: sperimentato tanto col cibo, ma è il caso di ritornare a darsi una regolata con le quantità.
  • Sostanze psicoattive: ridotto significativamente il consumo di alcoolici, da ridurre ulteriormente (dimezzare) il prossimo anno. Tè e caffè nei limiti consigliati, ma l’obiettivo è ridurre di un quarto anche l’assunzione di caffè.
  • Dipendenza di dispositivi elettronici : benché tendenzialmente intenzionale, la fruizione di dispositivi elettronici è decisamente massiva, son troppo indulgente nella perdita di tempo in temi attuali che, benché stimolino il pensiero critico e spingano ad approfondimenti, son spesso “vuoti” e trascurabili. Soluzione per il prossimo anno: schedulare intervalli di tempo molto molto brevi a questa tipologia di contenuti.
  • Attività fisica: male, molto male. Ricominciare come si deve dal prossimo anno.
  • Meditazione: saltata diversi giorni e a volte non sono riuscito a restare concentrato per bene, ma migliorato dallo scorso anno.
  • Riposo: bene, ma a volte son rimasto incollato davanti allo schermo fino a tardi, sfasando i miei ritmi. Devo impormi di rispettare la sveglia che fisso per andare a dormire e, se ad esempio sto seguendo un corso, terminare la lezione e riprendere con calma il giorno dopo.

L’evento che mi ha fatto più riflettere

Oltre alle attività “ordinarie”, l’evento più di rilievo di quest’anno è stato sicuramente aver ricevuto una proposta da un contractor internazionale per lavorare nella principale sede tecnologica di una nota agenzia spaziale internazionale, di cui per riservatezza non farò il nome. All’inizio, quando mi hanno contattato, vedendo che la posizione era in un’altra nazione nel Nord Europa, ho immediatamente ringraziato e declinato, spiegando che non voglio lasciare la nazione in cui mi trovo così bene. Però poi mi son confidato con un amico, che si è trattenuto dal darmi dell’idiota per aver rinunciato senza riflettere troppo, ma che mi ha detto di ripensarci perché sarebbe stato un peccato non approfondire i dettagli dell’offerta, almeno per curiosità. Allora son andato a trovare un altro mio amico, più grande di me; anche lui mi ha consigliato di riscrivere (nonostante fossero passate quasi 3 settimane). Pensavo mi avrebbero risposto male (cambiare totalmente idea non è decisamente indice di affidabilità/serietà, se non si motiva adeguatamente, cosa che ho comunque fatto, in totale trasparenza), invece mi hanno risposto subito, dicendo che ci speravano. Quindi mi hanno spiegato per bene le mansioni previste per il ruolo (ingegnere senior in ambito ricerca e sviluppo sicurezza comunicazioni spaziali), stipendio decisamente elevato per gli standard nazionali, assicurazione sanitaria completa pagata, qualche benefit e così via. Visto che mancava solo una settimana alla scadenza della domanda per quella posizione, ho preso un paio di giorni di ferie e son andato lì in zona per un lungo fine settimana. La nazione non era affatto male (non a caso compare spesso tra le prime al mondo per qualità della vita), ma la base è ovviamente in un posto sperduto sulla costa, dove non c’è assolutamente nulla. La tabella comparativa che ho redatto con i diversi fattori del lavoro indicava chiaramente quanto il lavoro offerto fosse più interessante (“anni luce”, per rimanere in tema spaziale) rispetto al lavoro attuale, ma per tutto il resto… vince assolutamente il luogo in cui mi trovo ora. Ho anche chiamato un paio di amici di vecchissima data; uno mi ha detto di non farmi prendere dalla foga tipica del “eh, ma treni così passano solo una volta nella vita”; l’altro, già solo dalla voce, ha capito che il tipo di lavoro era per me entusiasmante, ma che non ero per niente convinto di lasciare la mia attuale situazione.
Ci ho pensato fino alla sera prima di firmare il pre-contratto, che avevo compilato in anticipo (erano diversi fogli in cui ho scritto le mie competenze ed esperienze per ogni aspetto/sistema che chiedevano). Son passati mesi e non mi pento della scelta di esser rimasto dove sono ora. Ringrazio però l’offerta ricevuta perché mi ha aiutato a conoscere meglio le mie reazioni emotive in queste situazioni tipo “sliding doors” (ovviamente le nostre vite parallele possiamo solo ipotizzarle con un limitato grado di realismo) e a riflettere maggiormente su quali aspetti sono davvero importanti per me. Uno tra tutti, che può sembrare banale ed irrilevante: mi sarebbe mancato incredibilmente il paesaggio di cui posso godere dove sono ora e di certo non avreo sopportato molto volentieri di essere in un posto che geograficamente mi avrebbe fatto avvertire troppo la mancanza dei miei amati posti. Da questo punto di vista, come ho delle nazioni nella mia lista di “stati preferiti”, così ne ho altre in “lista nera” (motivo per cui, quando ero in Italia, ho respinto senza pensarci più di un minuto un’offerta stipendiale di svariati migliaia di dollari semplicemente per il luogo: Dubai). Ringrazio i miei amici che mi son stati vicino, spero sappiano che non considero assolutamente l’amicizia come qualcosa di scontato.

Varie ed eventuali

Ci sono tante altre considerazioni e tanti altri eventi successi quest’anno, ma non ritengo opportuno condividere altro. Aggiungerei forse solo che, grazie ad un invito di un mio amico (e dopo aver verificato che non fosse uno schema Ponzi, una setta multilivello o qualcosa con obblighi di qualunque natura, nemmeno “spinte” a partecipare a qualunque cosa), sono entrato a far parte di un gruppo che dice di includere il “top 3% dei professionisti”; un social network che è una specie di Linkedin, ma con una “selezione all’ingresso” (test di logica, valutazione del CV ed altro). Il fatto che abbiano accettato me e respinto un mio amico (ed ex collega) che reputo molto più in gamba di me, non mi convince, ma forse solo perché è più grande di età (ho notato un’età media abbastanza bassa). Solitamente, come disse Groucho Marx: mi rifiuto di far parte di un club che accetti me come socio; però in questo caso ero curioso, poi alcuni membri li conoscevo di persona e altri li ho conosciuti quest’anno, tra una birra e l’altra. Vediamo se per il prossimo anno trovo la voglia di fare un po’ di “networking” per qualche progetto interessante che ho in mente come volontariato.
Per vedere come va… basta seguire la quantità e qualità di articoli che pubblicherò qui sopra su questo sito: conto di pubblicare almeno i riassunti/considerazioni dei libri/corsi che leggerò/seguirò. Per il resto, buona conclusione di quest’anno e buon inizio del nuovo! 🙂

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