(Come) prepararsi ad un nuovo lavoro

Eccomi qui.
Pensavo di non essere il tipo di persona a cui piace il job hopping, il fenomeno in aumento (soprattutto in alcuni settori IT) in cui si continua a cavalcare l’onda di nuove opportunità, per diversi motivi, ma principalmente perché (uno o più dei seguenti motivi):

  • vuoi tentare la scalata nella tua carriera (di solito lenta o molto difficile, se si resta sempre nella stessa azienda);
  • spesso collegato al punto precedente, vuoi aumentare il tuo stipendio;
  • stai cercando un lavoro significativo in cui senti di “avere un impatto”;
  • scopri che l’ambiente (regole, persone) della tua azienda/dipartimento non è quello che ti aspettavi.

Nel mio caso, sono entrato in un’azienda con l’intenzione di rimanere mentre cercavo di intraprendere una carriera davvero lenta, anche se in partenza ho accettato una posizione molto al di sotto del “livello” che avevo lasciato, un po’ come Kevin Spacey in “American Beauty” (qui la scena di Mr Smiley), perché ero alla ricerca di un lavoro relativamente lento, da casellante, anche se in termini assoluti il mio non è che sia proprio un lavoro così semplice e senza serie responsabilità: è solo che il nostro cervello lavora confrontando situazioni e, confrontandomi con la mia vita precedente (un ufficiale militare responsabile della sicurezza cibernetica), il soffitto del mio attuale lavoro è al di sotto del pavimento che avevo un tempo. Una volta, quando abbiamo affrontato una situazione particolare nel mio attuale lavoro, un mio collega ha detto “Siamo in guerra!”, ho riso e ho risposto semplicemente: “Ragazzo, mi stai prendendo in giro? Sono stato in reali operazioni durante missioni vere, quindi non puoi nemmeno immaginare di cosa stai parlando”. Durante la mia (piuttosto lunga) carriera militare, sono stato addestrato per le situazioni più stressanti immaginabili in cui prendersi cura di se stessi, della propria squadra e dell’equipaggiamento di reparto significa davvero vita o morte, quindi per favore smettiamola con questa folle narrativa con terminologia legata alla guerra; è stato anche dimostrato durante la prima fase della pandemia di CoViD-19 che usare quel tipo di linguaggio non è solo inappropriato e irrispettoso, ma anche psicologicamente dannoso per noi e per gli altri. Ad ogni modo, mi stavo godendo la mia nuova vita con un nuovo lavoro, ma… come spesso accade, le cose/situazioni non durano per sempre: nel momento in cui scrivo, l’iceberg si sta sciogliendo. Alcune condizioni sono cambiate e altre cambieranno presto, la gestione è cambiata, i miei colleghi più anziani se ne vanno e così… mi sembra di non avere molte opzioni: sinceramente, sapevo già che non sarebbe durato per sempre. In fondo siamo in continuo cambiamento e siamo animali semplici: agiamo e reagiamo, fuggendo dal disagio/pericolo e cercando di raggiungere piacere/stabilità (per non parlare delle persone sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo ed eccitante). E alla fine forse non è poi neanche così male, perché questa è anche la “motivazione finale” per spingermi a trovare un lavoro adeguato e in linea con la mia formazione, esperienza e capacità. A proposito di capacità: quali sono le mie attuali abilità, cosa ho dimenticato e su cosa dovrei rivedere i miei vecchi appunti ed esercitarmi di nuovo, oltre ai concetti da approfondire/padroneggiare meglio?

Fase 1: autovalutazione e confronto

Guarda in faccia la realtà e segui l’antico consiglio “Conosci te stesso”. Non intendo perdersi nell’indagare senza fine sulla propria esistenza (poiché “Una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta”, come pare abbia detto Socrate), ma piuttosto adotta un approccio pragmatico nel trovare/verificare ciò che già conosci, ovviamente nel contesto di preparazione per la tua prossima avventura lavorativa.
Tieni a mente le parole del fisico Richard Feynman: “Il primo principio è che non devi ingannare te stesso… e tu sei la persona più facile da ingannare“.
Quindi, senza giudicarti, sii veramente onesto e fai una sorta di analisi situazionale iniziale concentrandoti sui fattori interni (te stesso). Ti darà un “senso di te” (sempre nell’ambito degli aspetti utili per un nuovo lavoro) e sarà estremamente utile per la fase 3.

Fase 2: rivedere, riordinare e prepararsi a studiare/esercitare

Non c’è tempo per risolvere tutti i tuoi conflitti interni e le dissonanze cognitive ora, perchè adesso più probabilmente potrebbe essere il caso di:

  • ricordare/iniziare a praticare la meditazione consapevole (anche solo pochi minuti di respirazione consapevole)
  • pensare alle tue cattive e buone abitudini da cambiare/fermare/migliorare, tra cui:
    • sonno (quantità e qualità);
    • attività fisica (almeno una passeggiata veloce al mattino);
    • nutrizione (cibo sano e ridurre/evitare cibo spazzatura e alcool);
    • riposo e meditazione;
  • implementare il minimalismo digitale;
  • prepararsi a concentrarsi, ad immergersi in lunghe sessioni di deep work, dove lo stato di flow sarà il nuovo standard.

Se è il caso, fai sapere alla tua famiglia e ai tuoi amici che stai seriamente andando in lunghe sessioni di deep work senza controllare spesso messaggi e/o rispondere alla tua messaggistica istantanea e al telefono (se sei coinvolto in gravi condizioni familiari come genitori da assistere, assicurati che capiscano che possono chiamarti solo in caso di emergenza, per tutto il resto possono solo inviare un messaggio dato che hai disattivato le notifiche ma non le chiamate, quindi risponderai al più presto, come ad esempio nelle pause della tecnica pomodoro o più tardi).

Se hai già iniziato a seguire corsi, libri, materiale ancora in corso, valuta se sia il caso di continuarlo (es: se utile per la tua preparazione, in questo caso), di posticiparlo o di ridurre drasticamente il tempo e la fatica che ci stai spendendo. Attenzione alla “fallacia dei costi irrecuperabili“: se hai già speso dei giorni su qualcosa, ma non è la tua priorità ora, puoi semplicemente metterlo da parte anche a rischio di perderlo (ma tranquillo che spesso sarà qualcosa che potrai sempre continuare in futuro). Ad esempio, qualche giorno fa ho iniziato una “specializzazione” Coursera (serie di corsi), Google Project Management. Dovrei completarlo adesso? Considerando che lo sforzo richiesto per finire è piuttosto contenuto (poiché conosco già la maggior parte dei concetti e ho anche molta esperienza reale in PM), in più il “certificato” può essere utile nel mio CV (oltre ad altri innumerevoli certificati), lo finirò. Attualmente sto anche leggendo 3 libri, ma ho valutato che ne terminerò uno soltanto (“Così bravo che non possono ignorarti” di Cal Newport, più o meno correlato alla ricerca di lavoro e alla preparazione e rendimento del lavoro), mentre rallenterò parecchio la lettura degli altri, non strettamente correlati o strettamente utili alla ricerca del lavoro.

Qualora possibile, cerca di ottenere il massimo dal tuo lavoro attuale: prioritizza le attività utili per il tuo potenziale futuro lavoro e riduci al minimo/delega/posticipa ciò che ritieni non importante.

Chiarisci a te stesso che stai studiando per motivi che vanno oltre la stretta “necessità di un nuovo lavoro”; quello studio ad esempio ti permetterà di:

  • ridurre la tua sindrome dell’impostore e ti farà acquisire maggiore fiducia in te stesso, utile anche se alla fine invece deciderai di dedicarti un po’ più a lungo al tuo attuale lavoro;
  • sfidare l’effetto dunning-kruger in modo da poter salire dopo la valle della disperazione;
  • passare del tempo in maniera in qualche modo divertente e interessante (dopotutto, stai cercando un lavoro in cui speri di poter trascorrere un’enorme quantità di tempo facendo qualcosa che ti interessa, si presume ti interessino quegli argomenti, no?);
  • sfidare te stesso e dimostrare che ce la puoi fare! Non suggerisco di provare così intensamente come l’autore di “Ultralearning” Scott Young (nel famoso MIT computer science 12-months challenge), ma comunque provaci lo stesso a studiare con un certo livello di impegno e goditi lo stato di flow durante le tue sessioni di deep work!

Fase 3: conoscere le competenze richieste

Se conosci il nemico e conosci te stesso, non devi temere il risultato di cento battaglie.
Se conosci te stesso ma non il nemico, per ogni vittoria ottenuta subirai anche una sconfitta.
Se non conosci né il nemico né te stesso, soccomberai in ogni battaglia.
Sun Tzu, “L’arte della guerra”

Sì, ho scritto che la narrativa legata alla guerra non fa bene, ma questa famosa citazione rende bene l’idea: oltre a conoscere te stesso, devi anche sapere cosa stai affrontando (non è un nemico da sconfiggere, ma da “conquistare”: il nuovo lavoro) . Dopo aver già rivisto le tue competenze (fase 1), è il momento di dare un’occhiata all’esterno, ad esempio nelle bacheche di lavoro (es.: Linkedin, Indeed, sezione “Career” dei siti web delle aziende) dove puoi trovare job description (si spera precise) su ruolo e competenze richieste

Raccogli i requisiti minimi e quelli desiderati in modo data driven, come ad esempio in una tabella dove puoi anche contare quante volte è richiesta una specifica competenza (versione avanzata: puoi anche aggiungere un peso per cui moltiplicare, ad esempio aziende/posizioni diverse hanno un peso diverso per te).
Quindi, dopo aver raccolto una dozzina di posizioni lavorative che ti piacciono, vedrai da dove cominciare a concentrarti, partendo dalle competenze più richieste (es.: se 9 aziende su 10 richiedono la conoscenza del linguaggio C++, dai priorità a questo piuttosto che ad una competenza richiesto solo in un paio di posizioni).

Fase 4: pianificazione di studio/esercitazioni e iniziare!

Ora dovresti essere pronto visto che hai chiara la “differenza” tra ciò che già conosci e il livello che vuoi raggiungere per essere più sicuro e massimizzare le possibilità di essere notato dai filtri delle risorse umane e superare i colloqui.

Importante: non cadere in una sicurezza eccessiva (del tipo: “Hanno detto che è importante conoscere il linguaggio di programmazione Python: be’, l’anno scorso sono stato in grado di scrivere sum_of_two_numbers.py, quindi sono bravo”), ma non andare nemmeno all’estremo ‘opposto dello spettro della fiducia in se stessi, diventando un’altra vittima che piange senza speranza in fondo alla valle della disperazione dell’effetto Dunning-Kruger; non struggerti cercando di raggiungere la perfezione e ricorda che in realtà è impossibile conoscere tutti i dettagli di ogni cosa: punta a comprendere il meccanismo e i “principi primi” che stanno alla base di alcuni metodi/tecniche, dovresti essere in grado di svolgere alcuni compiti base oltre a rispondere adeguatamente alle domande che ti verranno poste in sede di colloquio, ma non perdere troppo tempo in extra-dettagli nascosti (es: se è necessario conoscere le SQL injection, non perdere giorni a provare blind SQLi su side channel estremamente rari, sapendo che tanto le tipologie principali e l’applicazione base nel mondo reale sarebbero sufficienti), così come non perderti nei dettagli di alcune funzioni in alcuni strumenti (es: ci sono alcuni PowerTools in MS Excel di cui non sono a conoscenza nemmeno alcuni esperti analisti senior). Quindi: va bene correre per il “miglio supplementare” (extra mile), ma non se sacrifichi il tempo che sarebbe potuto essere impiegato per comprendere altri concetti di base. Le risorse sono limitate, specialmente il tempo, quindi fai attenzione mentre pianifichi e allochi il tuo tempo per la preparazione (non credo di dover ricordare l’importanza della pianificazione: “Se avrò a disposizione quattro ore per tagliare un albero, ne impiegherò le prime due per affilare l’accetta“, disse qualcuno).

Try to cover theory and practice on:

  • tecniche e procedure specifiche;
  • tecniche collaterali/trasversali/riutilizzabili/generiche (es: programmazione per non sviluppatori, analisi di dati, architettura di elaboratori e reti e così via);
  • alto livello (es.: project management, scienza delle organizzazioni, framework di alto livello e tutto ciò che ti dà la comprensione del “quadro generale”);
  • un po’ di livello generico superiore (es: psicologia inclusi pregiudizi/bias e modelli mentali, comprensione delle dinamiche sociali, geopolitica e altri argomenti che dipendono enormemente dal tipo/livello di lavoro che stai cercando).

Fase 5: consigli, giri di conoscenze ed eventi

Massimizza la tua “esposizione”. Considera la tua presenza online, cerca di migliorare la tua rete di contatti (avresti dovuto farlo prima, è vero, ma non è mai troppo tardi per iniziare/migliorare per “conquistare amici” – “la tua rete è il tuo patrimonio”, traducendo alla lettera un gioco di parole anglosassone), cerca eventi nelle vicinanze e online, partecipa alle diverse comunità, chiedi a tutor/amici di darti consigli o linee guida onesti e, se necessario, non aver paura di chiedere aiuto!

Fase 6: coraggio

l coraggio è giustamente considerato la prima delle qualità umane, perché, come si è detto, è la qualità che garantisce tutte le altre” (Winston Churchill).

Senza pensarci troppo, anche prima di completare la tua preparazione (visto che in realtà lo studio terminerà con la tua esistenza: se sei un “lavoratore della conoscenza“, di certo saprai che sei “condannato” al lifelong learning), contatta le aziende o i reclutatori, personalizzando la tua lettera di motivazione e il tuo curriculum prima di inviarli.
Suggerisco di partire da aziende che, in caso di esito negativo (rifiuto del CV o in caso di fallimento completo del colloquio), non ti scoraggeranno troppo. Ma ovviamente non provarci con un’azienda che non ti piace davvero per nulla: dopotutto, non vuoi perdere completamente il tuo e il loro tempo, quindi magari inizia con un’azienda che potresti eventualmente considerare come una possibilità con cui lavorare. Es.: se cerchi qualcosa per lavorare nel settore automobilistico di lusso e aspiri a lavorare con Ferrari e Porsche, magari puoi provare a candidarti prima (per fare pratica) a BMW o Audi, non con un marchio che pensi essere troppo distante dal tuo “bersaglio finale” (come Dacia; senza offesa, è solo un esempio).
E a proposito, ricorda che non ti stanno giudicando come persona: stanno valutando se potresti essere adatto alla posizione offerta (sia per abilità che per “conformità” alla loro cultura). Rifiuto != (non uguale a) “sei inutile”: può darsi che ti basti solo affinare ulteriormente le tue capacità e poi riprovare, nella stessa o in altre aziende.
Può capitare che qualcuno ti cerchi se hai una buona visibilità online e tanta esperienza di valore, ma è come quasi tutto nella vita: le cose non accadono magicamente, dovresti cercarle attivamente e poi fare la prima mossa (si applica alla salute, all’amore, alla famiglia… dovresti esser il primo ad aver cura di te, raramente le cose vanno in automatico).

Quindi ora, senza perdere altro tempo, vai a prepararti per il nuovo lavoro! 🙂

Suggeriti: il mio articolo “Searching for a job” e libri come “So good they can’t ignore you” and Designing Your Life.

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