Le lezioni di Giorgio Michetti

Inizio la mia descrizione dei canali Youtube che seguo e che mi hanno ispirato con: le lezioni di Giorgio Michetti. Parliamo di un pittore che, all’età di 104 anni, continuando la sua attività artistica (da ben 84 anni), ha deciso di iniziare a registrare video e caricarli su Internet (su YouTube). Già qui, chiunque coglierebbe almeno due insegnamenti importanti: cercare di arrivare pienamente lucidi ed in salute anche a quell’età e spendere un po’ del proprio tempo ad insegnare agli altri. Sì, poi ci sarebbe il “banale” concetto che non è mai troppo tardi per iniziare, oltre al fatto che una piattaforma di condivisione video come Youtube non è necessariamente “il male” assoluto, come qualche fenomeno (tra politici, attori ed opinionisti vari) sta dicendo per cavalcare l’ondata di sdegno ora che un gruppo di giovani youtuber sono coinvolti nella gogna mediatica in relazione alla morte di un bambino di 5 anni a Roma. Il mezzo, nel caso di Giorgio, è stato usato nel migliore dei modi: trasmettere la propria autenticità mentre si insegna. Le sue lezioni son quindi doppie: di arte e di vita.

Vederlo all’opera così entusiasta mentre disegna, dipinge e spiega è qualcosa di magico. A prescindere dalla propria propensione al disegno e al proprio interesse per l’arte, chiunque dovrebbe ammirare anche solo un suo video; anche perché, purtroppo, non ne ha lasciati molti, ma comunque abbastanza per poter assistere a questa magia. Ricorda un po’ il celebre Bob Ross, ma in versione più “intima”.
Un grazie a Giorgio e a chi ha reso possibile la registrazione e la pubblicazione di queste perle (Luca Buonaccorsi, Victor Musetti, Sergio Fortuna e chiunque abbia contribuito). Il fatto che non ci sia più (è nato a Viareggio 1912, dove è morto nel 2019) contribuisce a rendere ancora più preziose e commoventi le registrazioni. Di seguito, in ordine cronologico, riassumo in breve quello che mi ha lasciato ogni singolo video, di cui raccomando la visione.

  1. Come disegnare senza saper disegnare. Dedicata a completi principianti. Consiglia di prendere una qualunque rivista e cercare un qualunque soggeto di interesse. Si diverte a ricalcare i contorni della figura scelta e ribadisce l’importanza di divertirsi, senza preoccuparsi di ricopiare tutto fedelmente, perché l’arte più che riproduzione è invenzione. Ed è un gran bel passatempo, a cui dedicare almeno un’ora al giorno.
  2. Tecnica del monotipo. Dopo aver ringraziato chi ha seguito la sua prima lezione, introduce i colori ad olio su vetro. Anche qui, inutile aggiungerlo, dice di divertirsi (e si vede) mentre stende i tre colori primari sul vetro posto sopra un’altra immagine tratta da una rivista. Dice di non prestare troppa attenzione ai colori esatti, anzi: “Potete lavorare con i colori più assurdi, perché più assurdi siete e più il lavoro diventa interessante“. Consiglia di sentirsi di liberi anche se si vogliono utilizzare le dita oltre che i pennelli. Infine, fa aderire bene un foglio di carta bianco sui colori ad olio appena stesi per ottenere l’immagine finale sul foglio.
  3. Lo studio del colore. Qui il contenuto potrebbe esser scontato mentre l’autore mescola rosso, “blè” e giallo, oltre al bianco (acqua per diluire sul foglio), ma alla fine arriva il colpo di scena: mostra uno dei suoi dipinti, a prima vista macchie, ma dicendo che il bello è proprio quello, guardare nelle macchie perché “ci si trova sempre qualcosa“, a volte ruotando il quadro. Qui avrei potuto pensare al test di Rorschach e, quando individua figure umane, alla pareidolia, ma si resta semplicemente rapiti dall’incanto che lui stesso prova nel guardare figure.
  4. Guardare il mondo con occhio geometrico. Il consiglio è quello di educarsi a riconoscere le figure stilizzate elementari quando guardiamo: “pensare col cervello geometrico“. Lo stesso consiglio che viene dato a chi si avvicina alla scrittura o alla musica e che viene naturale col tempo al professionista o all’amatore che ci dedica costantemente abbastanza tempo ed attenzione. Inizia quindi la magia: Giorgio disegna delle figure geometriche elementari a cui, con semplici ma sapienti tocchi, dà vita, trasformandoli in umani, piante, animali, mobili. Nel suo tratto, benché semplice, si denota tutta la maestria dell’artista da tutta una vita. Alla fine, però, svela: “Avendo tanta esperienza, il quadro lo penso e lo vedo già proiettato sulla carta e con la mia matita gli vado dietro come se ricalcassi“. Ecco, questo è per me il punto di arrivo che molti artisti, pensatori e scienziati sognano, vedere le cose in modo diverso da come le vedono gli altri distratti o che non hanno passato abbastanza tempo a riflettere, carpire l’essenza delle cose.
  5. La prospettiva, primi elementi. Mostra la prospettiva frontale, con l’orizzonte all’altezza degli occhi e i punti di fuga per la prospettiva angolare. Da vero maestro, però, dopo aver spiegato e mostrato con la matita come funziona, aggiunge che il bello è anche divertirsi a cambiare i punti di fuga, citando anche De Chirico con prospettive che a volte disorientano l’osservatore, “dimostrazione che anche lui aveva voglia di inventare, come vi avevo suggerito“.
  6. Come iniziare un quadro. Qui mostra da zero come inizia un suo quadro, non vergognandosi nel dire che a volte parla con se stesso. Giocate col colore, non siete imbianchini che devono andare su e giù, muovete il colore. Cercate delle “casualità pilotate“: il caso nelle macchie, ma dargli una direzione, se necessario anche ruotando il quadro. Anche qui, cercare delle figure nelle macchie, anche tra sfumature. Lui le traccia anche, cancellando col solvente infinite volte finché non è soddisfatto dei contorni. E dove non c’è la figura, s’inventa! Come detto in precedenza, l’arte è invenzione. Lui dice che ha impiegato 85 anni per vedere quelle figure, concetto che avevano espresso in tanti prima di lui, tra cui Picasso.
  7. Come finire un quadro. Qui Giorgio inizia dicendo “abbiamo pochissimo tempo a disposizione, ma bisogna finire”, parole che dette da un uomo di 105 anni fanno stringere il cuore. Qui consiglia di andare per tentativi, anche un colore . Sull’acrilico, ci stende un velo leggero di cera d’api (e rimuove delicatamente l’eccesso con un panno). Eventualmente, si può anche ritoccare sopra con colori ad olio. Spazzolare il quadro, per lui, è un rituale, divertente e distensivo, che permette anche di riflettere su eventuali ritocchi. Per lui, molti quadri di oggi sembrano . Anche se è possibile terminare un quadro chiacchierando con un amico, consiglia di concentrarsi da soli. Infine, consiglia di farsi da sè la propria cornice per confezionare il proprio quadro.
  8. Giorgio Michetti a “Bell’Italia” su Rai 3. La puntata è andata in onda il 27 febbraio 2016 e acccenna alla pagina Facebook che gli hanno dedicato. Illuminante la frase finale: “Non sono ancora stanco. Anzi, mi sono accorto che se mi metto in poltrona mi stanco, invece davanti al cavalletto, davanti a un albero, con un po’ di matite e un po’ di pennelli in mano non mi stanco mai“.
  9. Come confezionare un quadro. Oltre a mostrare come incorniciare un quadro, mostra orgoglioso come si trasforma in artigiano dedicandosi all’attività per lui distensiva (per allontanarsi da matite e pennelli) di crearsi da sè la sua cornice. Ci lascia poi con l’aneddoto di aver incorniciato, in tempo di guerra, con la carta pesta (che in effetti è coerente col suo essere di Viareggio).
  10. Fare un collage con le carte veline. Inizia la sua nona lezione con “Ciao ragazzi, sono ancora qua” che, sempre detto da un 104enne, ha un suo senso non scontato. Qui mostra come realizzare il collage e, una volta seccato, è possibile segnare i contorni come per le altre tecniche.
  11. Il “gouache”. Su un piano inclinato (per far scendere il colore ad acquerello) stendere il colore. Lasciate le macchie anche se casuali e non tornare mai sul colore, almeno finché non è asciutto. Questa tecnica insegna la pazienza, non si può avere fretta, bisogna aspettare che tutto si asciughi prima di continuare. Cercare di coprire tutte le zone bianche del foglio, ma anche se dovessero rimanere, tutto è arte. Alla fine, come per le altre tecniche, si può ripassare i contorni.
  12. Le Opere di Giorgio Michetti: Le Litografie – Parte 1.
  13. Le Opere di Giorgio Michetti: Le Litografie – Parte 2.
  14. Giorgio Michetti a Collodi per il Compleanno di Pinocchio. Semplicemente, una “presenza scenica” invidiabile, non solo per un ultracentenario.
  15. Come decorare i vostri jeans. “Salve ragazzi, sono qua! Sono ancora vivo!” inizia così il non giovanissimo Giorgio, che in questo episodio ricorda la ventina di jeans decorati per la figlia e le sue amiche a Viareggio. Li ripropone anche durante il video, utilizzando un pennarello Uniposca chiaro su jeans scuro ed usa anche diversi colori. Mostra anche fotografie scattate ai pantaloni decorati all’epoca.
  16. Le Opere di Giorgio Michetti: Le Quattro Stagioni. Nelle sue opere (4 quadri, uno per ogni stagione) si percepisce la sua estrazione da futurista che incontra temi classici. Vanno visti, qualunque mia parola non renderebbe giustizia. Alla fine, si posiziona tra i 4 dipinti, che lo accerchiano, e consiglia vivamente: “Perché non ci provate anche voi a fare qualche cosa di grande? E poi mescolarvi alla vostra opera, starci dentro invece che guardarla in un piccolo spazio. Avere il gusto di essere più piccoli dell’opera. È una soddisfazione pazza, provateci e ci risentiamo presto, arrivederci!
  17. L’illustrazione di un ricordo. Il maestro mostra e descrive il dipinto che rappresenta un suo ricordo della prima guerra mondiale. Le ultime parole di questo video fanno ancora riflettere: “Ci sarebbe ancora da lavorarci dentro però per me è già finito così; poter finirlo ancora, ma poi diventa troppo finito, son contrario: è una cosa di getto, è nato… si vede che è tanto tempo che ho elaborato nella mente. E questa è l’ultima opera che io ho fatto, penso che sia proprio l’ultima. Poi lo dico, però non lo faccio: se smetto di dipingere è finita, devo trovare una maniera di inventarmi tutti i giorni qualcosa cosa… dopo questo, che mi invento?
  18. Alberto Magnolfi intervista Giorgio Michetti. Questo è purtroppo l’ultima testimonianza di Giorgio Michetti pubblicata postuma sul suo canale nel 2021. L’intervista è stata realizzata il 9 agosto 2016.

Il suo esempio è dimostrazione di quello che gli studi recenti suggeriscono: avere un motivo per vivere, tenersi impegnati in attività intellettuali ed artistiche, oltre che avere un senso sociale, serve a mantenersi in vita e bene. Ancora un sentito grazie a Giorgio e consiglio a tutti di guardare i suoi video, prima che per qualche motivo vengano cancellati.

Giorgio Michetti (1912 – 2019)

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